Abbasso la serranda.
i passi rimbombano nel berretto.
Vado lasciando tutto fermo e buio.
Dentro le spalle sudore, stanchezza,
rabbia, fatica e speranza
verso la fine di un anno pesante e dannato.
Forse ci aspetta un'altra stagione.
Che la memoria abbia ragione.
Perchè non riusciamo a effettuare piccole svolte o brevi passi verso il cambiamento riguardo a qualcosa che non va nella direzione cònsona alla nostra speranza di una vita migliore? Eppure i ricordi, i vissuti e le esperienze dovrebbero indicarci almeno la strada da non percorrere più. Gli animali se si scottano o avvertono un pericolo stanno distanti da esso e prendono un'altra via. Le amebe si spostano se incontrano un ostacolo. L'uomo invece resta nel disagio, nel poco ma sicuro, nell'abitudine che ha, fermo e convinto che a cambiare debbano essere sempre e solamente gli altri. Abbiamo prove della volontà di cambiamento ma per lo più nella superficialità quotidiana: ad esempio nel lavoro quando una persona non risponde più a determinati requisiti richiesti dal suo ruolo la si cambia con un' altra che si ritiene più preparata: quindi il file nel cervello esiste. Esiste la voglia di migliorare che però è quasi sempre esterna e proiettata verso il fuori o all'indirizzo degli altri. Eppure la salvezza sarebbe li, a portata di mano. Ognuno ha la sua, dentro e basterebbe andarla a recuperare facendo ciascuno il suo viaggio, la propria discesa chi ripida e sdrucciolevole, chi in lento e regolare declivio fino a raggiungere quella lampada accesa che illumina nel suo profondo ogni essere vivente.
La memoria è l'unica bandiera da esporre alla finestra ma l'uomo non lo fa. La tiene in casa dentro all' armadio e si vanta di possederla ma poi...la dimentica.
Se l'avessimo amata, ammirata e rispettata non ci sarebbero state più guerre e sfaceli mondiali e ora invece siamo qui, poveri di spirito e di libertà attaccati alla speranza di un anno migliore come a una fiamma che vorremmo accesa senza esserci mai preoccupati di procurarne il combustibile per alimentarla.
Adesso la grande occasione c'e': abbiamo bisogno di ricordare quanto di bello avevamo prima e cosa è mancato per far si che invece di rendercelo migliore lo abbiamo infine perduto. Riflettere, ricercare, guardarsi dentro per cominciare a cambiare dalle piccole cose.
Ecco come trascorrere questo capodanno.
In preghiera e in silenzio.