Cosa è il coraggio? Perché questa parola ci accompagna fin dalle prime favole che ci vengono lette per poi essere presente lungo il nostro percorso prima infantile, poi adolescenziale sotto forma di eroe, di cosa giusta, di buon esempio? La parola coraggio significa “ho cuore” e questo cuore si veste da baluardo di difesa, di forza, di passione per un qualcosa in cui si crede fino in fondo e che ha un prezzo per essere conquistato. Avere il coraggio di dire una parola, di mettersi i gioco, di fare qualcosa che va oltre la semplice routine quotidiana, che da una svolta. Le idee stesse a volte vengono esibite da un buon coraggio di chi le propone. Spesso è grazie a lui che una vita può continuare il suo percorso o cominciarlo magari grazie a una madre (ma anche a un padre) che decidono di fare o come fare. Il coraggio è avere cuore ma anche anima sempre, per continuare a navigare, magari a vista, nei momenti in cui la zavorra è tanta e il mare è tutt'altro che liscio, dove spesso uno sguardo d’intesa non è più sufficiente e dove basta poco per lasciarsi andare magari a un addio. Usiamo di più questo strumento soprattutto per dire NO quando ci sentiamo oppressi e schiacciati in una morsa in cui non vorremmo finire, quando un diritto o un'uguaglianza sono messi in discussione, quando tutto è uguale, quando la giornata si fa guidare dalla monotonia e dall’omologazione insensata ma ormai dilagante che spegne le menti degli uomini. Il coraggio è l’unica molla per togliersi dalle secche del “già deciso” e dall’insensibilità che sembra ormai un carro armato pronto a schiacciare il sentimento. Il coraggio è anche non mettere la tua firma quando e dove la mettono tutti, è non dire “si” se annuiscono meccanicamente tutti. Il coraggio è alzarla questa testa in mezzo a tutto il niente che respira, e' gridare ancora una volta che esisti!
Il coraggio ti premia. Sempre.
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