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Gli occhi per piangere.

Ci sono padri per sbaglio, uomini che non sono capaci di misurarsi con loro stessi quando due o più piccoli occhi aspettano i loro. Si trovano lì ma non volevano esserci oppure pensavano che non sarebbe stata cosa loro l'esperienza di genitore. Alcuni hanno solo giocato, altri hanno creduto e provato ma sono caduti di fronte all'enorme impegno: hanno rinunciato a insegnare, a essere eroi, a soffiare un naso a consolare un pianto o forse lo hanno pure fatto ma con il glaciale e maledetto impostato senso del dovere lasciando però il cuore nel cassetto. Si sono sentiti prigionieri incolpando quel destino bieco di una impietosa scelta che li ha coinvolti per forza. Poi sono andati avanti con un sorriso di circostanza, per non far brutta figura ma il conto si allungava come quando al ristorante mangi e mangi e il cameriere scrive. Loro, i figli, non hanno mai ben capito cosa e se non andava bene qualcosa ma la famiglia è come la caverna di Platone: dentro appare tutto giusto e bello fino a che non si riesce a mettere il naso fuori e allora l'idea lascia il posto alla realtà. E' quindi il tempo dove parole e gesti hanno precise risposte, dove i conti non tornano, dove si comprendono finalmente attese infinite, liti furibonde e aspettative deluse. Anche questi padri sono uomini, uomini ancora più fragili che claudicano ancora di più nel momento più difficile: quello in cui questi figli che non aveva in fondo neanche voluto diventano il suo unico sostegno. La solitudine è li che se la ride seduta comodamente su quella poltroncina, ammicca poi si guarda le unghie ma è comprensiva e accogliente quasi come fosse una sorella. I figli sosterranno questo padre che comunque non è cambiato: è soltanto debole e malato ma ostinato come sempre. Il tempo stringe e il vento seminato ha portato tempesta e solo occhi per piangere. Bisognerà guardare avanti, bisognerà andare perché c'e' ancora molto da fare e i figli ora sono diventati padri, le figlie madri che a loro volta insegnano e sono eroi di piccoli occhi che aspettano i loro.

Tuo padre è un uomo, anche se ha scelto di essere il padre che non volevi ma non per questo adesso può toglierti il regalo più bello, vivo e appassionante che ti ha fatto e per cui sempre lo dovrai onorare e rispettare. Ti sei superato ugualmente nell'essergli figlio e mentre chiudi quella porta lasciandolo solo in buona compagnia sai benissimo dove stai andando e, questa volta, anche bene perché.




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