Non c'è niente di male nel pianto. Lo accogliamo come il primo obbligato gesto di un neonato e poi ci accompagna quotidiano nei suoi primi anni di vita. Forse è lì che cambia in noi adulti il suo significato: nel viverlo così da vicino e nel vederlo crescere col nostro bambino. A volte ci pesa consolarlo perché infastidisce, annoia e talvolta opprime ripetitivo. Diventa sintomo di una dichiarata fragilità nei maschietti nei tempi etichettati deboli e "femminucce". La nostra improvvisata carriera di psicologi terminerebbe invece beatamente già da qui.
Il pianto è salvezza e accoglienza, è forza e nudità, è regalarsi nell'essenza a chi ti ama per dire che ci siamo, che ci si può contare a vicenda: da una parte chi piange e dall'altra chi dovrebbe movimentare l'atteso e richiesto abbraccio. Questo sfogo non va sminuito né consolato con parole rassicuranti, almeno non subito. Meglio ascoltarlo finché dura, lasciarlo emergere, dilagare e debordare. Lo dico soprattutto agli uomini: piangete ora più che mai che la situazione lo richiede ma anche voi mogli, fidanzate o sorelle, andate da chi amate e concedetevelo questo benedetto pianto ché da sempre dall'acqua germoglia qualcosa di naturale, magnifico ma soprattutto di utile e rigenerante. Ora più che mai che c'è bisogno di lacrime vere e di ritrovare la capacità di ricostruire partendo dai sentimenti più profondi e quindi veri. Piangere per una poesia, una canzone, un biglietto di auguri commovente, per un abbraccio negato da troppo tempo e finalmente conquistato magari dopo distanze fisiche o caratteriali. L'uomo che piange è lo scioglimento del ghiacciaio creato nei secoli su di esso come corazza su misura, vestito inopportuno e miserabile.
Il pianto di uomini e donne è unione di sangue trasparente e quindi infinito, è mettersi sullo stesso livello di purezza donando uguale risorsa: il pianto è parità, è democrazia è valore nella profondità come un nuotatore che va laggiù e si prende quel sasso per portarlo in superficie come il più fantastico dei trofei. Il pianto di uomini e donne, qualunque esso sia è il pianto della ricarica e della ripartenza: un giuramento naturale, una promessa di immensa speranza, il saluto tra paure e certezze.
Il pianto concesso a un bambino maschio è la rinascita del mondo umano... Della saggezza e dell'amore di Cristo, della compassione del Buddha.