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Il tempo delle carezze.

Mancano le carezze, gli sguardi interessati, non vedo più la voglia di sapere come sta l'altro, dove si trova. Il sorpasso è il metodo più in voga del momento assieme al non rispetto delle distanze in un epoca dove bisogna stare a distanza. L'emozione resta in cantina impolverata e obsoleta, pare non essere più di alcuna utilità eppure la sua energia vitale sarebbe ancora intatta: rimane una delle poche forze umane autorigeneranti e nutrienti: e pensare che un giorno neanche lontano pareva non si potesse esistere senza. L'attesa è bandita, l'evidenza e la difficoltà sono ignorate a vantaggio dell'indifferenza e della superficialità. Adesso tutto è consentito basta che tenda al declino e all'allineamento delle menti. Un tempo non lontano le braccia delle signore dirimpettaie si intrecciavano nello scambio continuo di gesti, parole e torte appena sfornate, dandosi inesorabilmente del "lei" e i cappelli degli uomini stavano più in mano che sul capo, le porte raramente si aprivano per mano del primo che passava: permesso, grazie, prego, scusi, disturbo? erano parole che adornavano qualunque quotidiano discorso. L'educazione era l'ornamento della vita, come una bella cornice a valorizzare un quadro. Quanto poco costerebbe ripartire da quei gesti e quanto valore umano riporterebbero quelle parole all'apparenza inutili ma così cariche di vita e genuinità. Manca il tempo delle carezze. Oggi vince chi grida di più, la tua opinione forse viene ascoltata fino a che non si contrappone a quella altrui e la libertà di pensiero e quindi di parola va via via estinguendosi già tra le persone comuni. L'insulto e il giudizio sono in tasca dove un tempo erano custoditi fazzoletto e caramelle e quelle orribili riserve non si esauriscono mai. La tendenza alla riflessione spesso si sposa con la più sfacciata e scontata retorica ma nominare quest'ultima talvolta è soltanto una banale via di fuga dalla scomoda ma più che mai presente e pressante realtà. Ribadire un concetto per quanto banale e scontato serve comunque a renderlo vivo ed efficiente, a utilizzarlo e a farlo funzionale e funzionante alla vita. Rivorrei quell'età, quella dei bucati stesi, delle vie con l'eco di madri dalle finestre senza per questo suscitare adesso l'ira di femministe che urlano di parità: andrebbero bene anche dei padri alle finestre che con mezzo sigaro e mezzo sorriso a un certo punto in canottiera e barba da fare scendessero di sotto tra le giacche dei pali perchè ci manca un portiere.

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1 comentario


esseciamministrazioni
24 feb 2021

Non mi resta che piangere... Se almeno ci riuscissi..

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