Una delle malattie per cui e' sempre stato inutile cercare la cura e sempre lo sarà è la solitudine soprattutto se accompagnata da ricordi, rimorsi e da un futuro che si accorcia impietoso come nel caso degli anziani. La solitudine è l'arma più forte per fare impazzire la mente dell'uomo e renderla manipolabile alla volontà altrui. Chi è solo e soffre scende a compromessi salvo cercare altre vie per vincere la vita e uscirne da quella trappola inevitabile. Mai come adesso tante persone, soprattutto anziani, sono costrette a un esilio forzatamente lancinante dagli affetti e, mentre si avvicina a grandi passi il più mesto Natale degli ultimi settantacinque anni, mi pare di sentirne già i lamenti e le grida di dolore. Accade allora che il richiamo del sangue si svegli e, come un guerriero richiamato alla vita, si prepari alla battaglia decisiva, quella dell'amore. Il diritto a questo sentimento è innegabile e va oltre i decreti e le decisioni dell'inettitudine di alcuni. Negare la gioia del Natale per pochi chilometri disegnati in un confine aleatorio e burocratico è un insulto alla libertà e all'amore. Non permettiamo che chi amiamo subisca un'onta simile: fosse l'ultimo imperdonabile distacco? Le persone di buon senso conoscono distanze, precauzioni e presidi. L'amore vero invece conosce solo un unico, sconfinato e meraviglioso contagio.
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Conviene fregarlo il tempo, non dargli importanza e anche quando vorrebbe presentare il conto, dirgli di ripassare. Perciò siediti, rilassati e inizia a leggere.
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