Credo di aver capito perchè in Italia la scuola è sempre stata trascurata nella sua struttura generale a cominciare dall'edilizia strutturale per arrivare fino alla cura della preparazione psico-culturale di insegnanti e personale ausiliario. Agli italiani pare non serva la scuola, sanno già tutto. Nascono preparati, togàti, con le foglie di alloro sulla testa, la pergamena in mano e un pulpito a corredo. Dante era un umile poveraccio poichè andò negli inferi accompagnato da uno che ne sapeva più di lui, non se la sentì, sebbene ne avesse i requisiti, di ostentare singola e completa sapienza. La professione preferita da svolgere per utilizzare questa dote è quella del giudice. Tanti nel commentare qualsivoglia notizia lanciano coi tasti nella rete il loro post corredato da un'estrema sicurezza e convinzione in attesa che qualcuno osi contraddirlo. E, quando il pesce abbocca si scatena l'inferno.
Credo si spieghino così diverse reazioni sui fatti di ieri pomeriggio: il Tar della Liguria si è espresso per la riapertura delle scuole superiori. Alcuni commenti alla notizia sulle varie pagine dei media liguri sono stati addirittura di carattere minatorio e irridente verso i cinque genitori e i due studenti che si sono permessi di inoltrare il ricorso, come se il parere di un Giudice (in questo caso reale) non contasse proprio nulla, come se una piccola scintilla non servisse ad accendere un grande fuoco, come se non fosse un diritto che anche un solo cittadino possa ricorrere al Tar. In pochi si fanno domande: ma se un Giudice di un tribunale ha accolto in qualche modo una richiesta, non sarà forse essa legittima?
Non vi fidate dei Giudici? Benissimo, allora perchè dovremmo fidarci di chi si arroga il diritto di giudicare senza titolo quelli che invece di fare vita social, muovono passi veri, in cui credono e in cui quantomeno mettono di sicuro la buona fede e solo per questo andrebbero applauditi?
Perchè abbiamo smesso di credere? Perchè siamo disorientati e fragili, sporchi e trascurati? Dove abbiamo appreso tutta questa capacità di dire, di offendere, di sottovalutare il prossimo? Pensiamo che internet possa sostituire la cultura e che chiunque leggendo le prime sei righe di una pagina di Wikipedia (perchè cotanto è ormai il livello di attenzione dei più) acquisisca per osmosi elettronica tutto il suo contenuto annullando anni di studi ed esperienze umane?
Credo che la vita sia ben altro, sia studio, lettura, riflessione, confronto, ascolto. Certo, anche opposizione e ideale convinto ma pur sempre nei limiti della democrazia e del rispetto e nell'accoglienza dell'altrui pensiero.
Diceva Sandro Pertini: "Dico al mio avversario: io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi al prezzo della mia vita perché tu la tua idea la possa esprimere sempre liberamente.“
Ecco, in questa frase ci sarebbe la nostra salvezza.
Credo...
Le lotte vere infatti non si fanno contro... Ma per.