Il papà è già davanti alla scuola da un pò. Arriva sempre prima di tutti perchè il rischio di non vedere sua figlia è forte. Si sveglia presto, se può non si rade per risparmiare tempo e mette i soliti vestiti, gli ultimi che aveva potuto comprarsi quando ancora le cose andavano "bene". I jeans danno segni di cedimento sulle cuciture, ormai logore ma il piumino stinto li copre fin sotto la vita e ne cela il decadimento. L'attesa a volte è più lunga, bagnata di pioggia oppure spezzata dal vento. Lo sguardo è perso dalla stanchezza, gli straordinari si accavallano ma i soldi non bastano mai, ora che tutto sembra non bastare mai. Sotto gli occhi aloni scuri a segnare il tempo tolto al riposo e la rassegnazione sembrano aver tolto centimetri all'altezza ma soprattutto all'antica imponenza dell'uomo. I capelli radi e brizzolati sono da autodidatta e neppure bene accomodati. Comunque è li ad aspettare la sua bambina che puntualmente arriva, con la mamma e, appena lo vede, lascia la mano di lei e corre l'ultimo tratto fino ad avvolgere papà tra le sue braccia che neppure ne circondano la metà della circonferenza. Lui è seduto e ricambia forte la stretta facendole dieci domande in una. Alza lo sguardo e la mamma è li piccola che sembra alta, ben vestita e truccata contrariamente a come usava fare prima. Accenna a un sorriso di circostanza per non dispiacere alla bambina che li guarda nella vana attesa di una parola o un gesto che mai più verranno ma la mamma torna subito seria e tesa continuando a guardare il telefono nell'attesa che si consumi questa nuova penosa consuetudine. La storia è finita di recente, tutto è nuovo e fa male a tutti ma è così che è andata. Mancano di più adesso i gesti comuni, gli scherzi e tutto quello che è vita comune di una famiglia. La mamma dice che bisogna andare e il papà ricava un ultimo abbraccio pieno di promesse. Resta li, sempre seduto a nutrirsi avido di tutti i saluti che la sua bambina può fare mentre si allontana finchè la curva prima della scuola non la toglie anche per oggi ai suoi occhi.
top of page
Conviene fregarlo il tempo, non dargli importanza e anche quando vorrebbe presentare il conto, dirgli di ripassare. Perciò siediti, rilassati e inizia a leggere.
Post: Blog2_Post
bottom of page
Comments