Ogni volta che accompagno un figlio a scuola mi travolge una sensazione di addio. Un addio incompleto ma pur sempre un saluto pieno di incertezze e di (alla genovese) remesci interni. Sfilano in me l'inadeguatezza, il rimorso, l'abbandono e sensi di colpa vari che, orribili e piccoli mostriciattoli, mi saltellano attorno irridenti e fastidiosamente rumorosi. E' come dire "ci lasciamo qui davanti e ora ognuno va per la sua strada: chissà se ce la caveremo tutti da soli?"
Il mio bimbo si allontana e non è mai stato così grande varcando la soglia della scuola dove ora è responsabile di se stesso, un piccolo uomo che deve salutare per prima cosa il bidello e poi fare quel breve ma pur sempre solitario tragitto che lo conduce in aula nella tortuosa linearità dei suoi pensieri. E' lì che già cresce un pò, in quei due piccoli gesti di enorme indipendenza coi quali si distacca un pò dalla calda nicchia familiare. Non mi saluta dall'ultima finestra, se ne dimentica perchè il suo pensiero è già diventato più grande e più forte. Invece la mia strada di ritorno è con la faccia di tre quarti verso la scuola tormentato da quell' addio di papà così infantile e preoccupato costantemente e non si sa bene per cosa. "Il lavoro sporco lo hai fatto prima - mi dico - perchè se lui è così sicuro che non ha bisogno dell'ultimo saluto forse un giorno sarà un uomo che camminerà da solo nelle difficoltà senza avere bisogno di certezze: le avrà già trovate da tempo, dai tempi del non saluto a scuola: non è quello che vorresti?"
Forse non ci accontentiamo mai di come sono i nostri figli, la loro resilienza ci sorprende, ci schiaffeggia e ci scuote ma non ne riusciamo quasi mai a cogliere il giusto messaggio improvvisando qualunque alchimia pur di non vederla o di sottovalutarla ma in realtà è l'arma più potente che hanno per sopravvivere ai nostri esorbitanti timori di genitori.
E allora vai, piccolo guerriero, vai tra le braccia di quella fantastica foresta di insegnamento e costruzione che è la tua scuola: lì sarai veramente annusato, riconosciuto e accettato e potrai spiccare il tuo volo. Mi dovrai insegnare che quello è il posto tuo e che io non c'entro nulla, che per te lasciarmi lì per andare incontro alla tua vita sarà stata l'unica strada davvero meravigliosamente possibile.
Piccolo guerriero