Quando ero bambino, mia madre non sempre aveva l'auto, si usciva col bus e io, spesso svogliato, venivo trascinato a bandiera da casa alla fermata amt. Si usciva trafelati, sempre con la paura di non farcela a prendere il "celere" come lo chiamava qualcuno e spesso in prossimità della fermata mia madre si rasserenava se vedeva il gabbiotto ben frequentato. Allora voleva dire che il passaggio del bus era imminente poichè troppa gente si era accumulata. Nel frattempo ci si conosceva un pò tutti , vivendo decentrati, e si parlava, si, avete presente quel gesto che si fa muovendo la bocca e utilizzando la mente? Quello. Si incontrava la signora Maria, la Teresa, il signor Pino (che era in pensione da 50 anni avendo fatto le guerre), bambini e ragazzi e si parlava, di nulla, del tempo, dei prezzi, di quelle cose che hanno sempre costituito l'humus sociale per crescere sani e vivi. Il bus però era imprevedibile e poteva essere comunque appena passato oppure te ne vedevi arrivare due assieme.
Oggi le app ci dicono tutto, orari esatti e quantità di esalazioni, quindi ci capita di vedere i nostri figli che aspettano di uscire seduti sul divano con la faccia sul telefono perchè tanto il bus passerà "ai 23" . La tecnologia ci tiene distanti e disuniti. E ora , visto che qualcuno si ostinava a cercare ancora contatti è arrivato pure il covid che altro non è che un'ennesima applicazione. Chissà di quale marchio.
Comments