La mente adesso è come un animale spaesato, che ha vissuto in cattività dalla nascita e si ritrova libero nella foresta. Vorrebbe correre, saltare, respirare a pieni polmoni ma, dopo il grande salto, d'improvviso succede che gli vengano a mancare le energie. Ecco che venendo meno i punti di riferimento che comunque ci hanno sostenuti fino a qui il vuoto attorno è devastante. Anche se hai deciso tu di andare, se possiedi un'anima e un cuore non puoi fare a meno di soffrire per te, per i tuoi figli ma anche per la persona con la quale hai diviso fino a ieri lo stesso tetto. Ecco che ci si trova magari a piangere in solitudine pensando alla disperazione dell'altro che sembra non si aspettasse la tua decisione. Pensi che forse non ce la farà a superare questa estenuante prova e hai paura. Lo spettro del rimorso arriva subito col suo vestito migliore ed è uno degli esami più difficili da superare anzi il peggiore. Il tempo poi ti verrà in aiuto con la flemma di sempre, con la vitamina del coraggio e con l'antibiotico dell'auto perdono che adesso come a cadenze regolari nella vita è un viatico fondamentale per dirsi "ho fatto come potevo in quel momento". La ripidità della caduta stordisce, ci rende difficile la rinascita ma lo spirito in questa circostanza sarà una vera Araba Fenice. Soffrire per l'altro è normale e umano, è un paradosso necessario per rendersi nuovi, onesti e limpidi davanti al proprio specchio dell'anima: sono schiaffi imprevisti che non pensavi potessero arrivare dopo la rabbia che ti ha portato fin qui ma sono segnali di una complessa ma umana prova della ragione oltrechè del cuore che si dimostra terreno fertile e quindi pronto a ricominciare correndo verso la prateria una nuova fantastica avventura che presto verrà.
Nel ruolo del padre, del figlio e dello spirito. (3a parte)
Aggiornamento: 20 nov 2020
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