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Immagine del redattoredanilocazzulo

Pio, pio quack, pio!

I ragazzini pre adolescenti, quelli dagli undici anni in poi per intenderci, sono anatroccoli spettinati con le piume di traverso che, claudicanti e incerti ma con il coraggio degli eroi cercano di provare a spiccare il volo partendo da soltanto un passo più indietro fino poi a cadere inciampando col becco nella polvere. Borbottando si rialzano e ci riprovano. La loro voce è quella del pulcino: fanno ancora "cip" ma ogni tanto, pigolando, esce un "quack", primo indizio che sotto i dolci lineamenti del bambino è al trucco un futuro uomo che presto sarà di scena. Non è possibile arrestare questa trasformazione nè dal punto di vista fisico nè tantomeno da quello interiore. L'anima prende consapevolezza, la coscienza si espande e l'orizzonte comincia a essere attentamente scrutato. Tutto quello che era perfetto e ben accetto agli occhi di un bambino diventa imperfetto e fastidioso, a volte da rifuggire perchè inaccettabile o decretato come non omologabile per i canoni vigenti. E' li che emerge il genitore presente, che mostra il suo essere fluido ed evolvibile. Accompagnare i propri figli nelle trasformazioni pressochè quotidiane è un compito ben arduo e faticoso che mette alla prova davvero la capacità e la scelta antica di essere genitore: fare il padre o la madre di un bambino che dice sempre "si" perchè è completamente appendice di chi lo ha generato è un passaggio che in qualche modo tutti si arrangiano a compiere con risultati più o meno buoni ma quando arrivano i no allora deve essere lanciata la versione "evo" di mamma e papà. Può succedere che nelle coppie separate un figlio adolescente decida di stare un tempo maggiore o addirittura sempre col genitore che prima vedeva di meno non per questo rinnegando il primo e allora è quello uno dei momenti in cui c'e' bisogno di ascoltare, osservare e possibilmente capire: è il giorno in cui mettersi da parte e accettare che questo accada. Rimandare rimorsi o sensi di colpa serve soltanto ad allontanarsi e approfondire solchi che diverranno poi incolmabili. I genitori non sono nostri così come i figli non appartengono ai genitori. Gli uni accompagnano gli altri costruendo attorno quella rampa di lancio più attrezzata e resistente possibile e ,se si può, pure confortevole. Gli altri devono rendere grazie per essere al mondo ma restituiranno tutto a loro volta quando diverranno genitori. L'amore però sia la malta che lega ogni opera famigliare in qualunque condizione e situazione, dal concepimento al ricordo della persona che non c'e' più. Per sempre.

Ecco che adesso il cigno vola, ora non inciamperà più ad ogni tentativo e le sue ali saranno impercettibili nei movimenti e pure l'aria mossa dal loro sbattere successivo darà una sensazione di pace e serenità a chi questo volo lo avrà accompagnato senza egoismi e riserve.


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1 commentaire


esseciamministrazioni
13 févr. 2021

La descrizione più giusta che abbia mai letto sugli adolescenti.

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