Se aprile è tornato a indossare i suoi panni di sole e i suoi profumi di fiori e ora la neve è nuovamente ai suoi altari copiosa e morbida come nei tempi migliori forse lo dobbiamo a questo rallentamento forzato. Che le stagioni per ritornare tutte e quattro col loro ormai perso scandire abbiano bisogno di respirare pace, pulizia e spazio? Credo sia così.
C'e' chi incrimina la sfortuna perchè si sono viste finalmente stagioni perfettamente vestite, ideali per la biologia umana, per la sua ormai provata e oberata salute e l'uomo non le può godere a fondo, consumare, erodere. I prati hanno festeggiato la Pasqua di sole con i loro naturali ospiti rispettosi e non è un caso che la piggia non si sia divertita a rovinare la festa partecipandovi anch'essa in veste discreta. Pure la città da quassù pare meno grigia e imbarazzata, la Corsica ha fatto già più volte quest'anno capolino all'orizzonte ricordandoci che il mondo non è poi così distante. Si susseguono tramonti di fuoco e albe rosa a generare stupore e attesa di un qualcosa che avevamo scordato: la sorpresa per le magie del creato. Gli arcobaleni disegnati su stracci appesi ai balconi si presentano nella loro affascinante realtà come cerbiatti che, finalmente sicuri di non incontrare l'uomo, saltellano per i prati. L'inverno, domo di impazzite folate ci accompagna in questi mesi dovuti ritrovando il suo silenzioso fascino ovattato e paziente. Nella follia di questo anno insensato qualcosa da salvare c'e'. C'e' la consapevolezza e la prova che la natura risponde alle insidie dell'uomo esattamente come risponderebbe una persona se molestata da un'altra: reagendo. E' naturale.
Ci è dato lo spazio di riflessione rispetto ai danni che abbiamo fatto e che mi pare, vogliamo continuare a fare. Direi un avvertimento soft al momento. E non è un caso che non piova ancora sul bagnato come potrebbe. Non è sfortuna, e' semplicemente Natura.
Comments