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Testimoni per caso.

"Testimoni di cosa? Di quando piangevo seduto per terra in una stanza? L'unica bisognosa di essere ascoltata è la mia disperazione, era la mia disperazione. Per il resto mi sembrava proprio di non vedere nessun altro li accanto".

Davanti a una semplice scrivania di un angusto ufficio del tribunale, una vita matrimoniale al tramonto diventa un mucchio raffazzonato di parole e di gesti poco cortesi e molto preparati, di volti tirati e offesi che neppure nella tribolata fase successiva rivivono perchè sostituiti dalla nuova realtà da imbastire che sciorinerà ben altre problematiche. Il teatrino dell'udienza conduce a galla la limaccia di un rapporto giunto al capolinea ma delle vesti madide da tempo indossabili, no. Neppure l'ombra. L'irreprensibile giudice si arrampica sull'anonimo e freddo quadro svedese del codice civile e di te non conosce nulla se non quattro minuti di vita scritta sulla deposizione dei due legali difensori. Due minuti di applausi sulla memoria del tuo avvocato e altrettanti di uova marce su quella della parte avversa. L'illustrissimo ti squadra, ti rimanda, ti redarguisce se sottolinei qualcosa o se ti accori troppo e così ti senti colpevole a prescindere. Tocca poi ai testimoni che di te sanno altri ben pochi istanti visti e sentiti di una vita che li riguardava solo da fuori eppure contano e vengono ascoltati più di te che sei stato parecchio male e l'hai vissuto, hai sofferto e ti ritrovi a dover rendere conto a un arbitro che è non è imparziale in quanto arbitro non è ma è giudice che pesca da un mazzo dove su dieci carte otto ti fottono. Prima i minori, poi la mamma e in ultimo tu, padre destinato d'ora in poi a distanze, dissanguamenti economici e grandi rospi da ingoiare. Mai come in questo momento l'estraneità fa irruzione nella tua vita. Le ferite dilagano. E' il trionfo delle anime calpestate e lo sono tutte in quel momento: la sua e la tua e quella di chi è chiamato crudelmente in causa. Resteranno cenere e macerie, rovesci interni, fuochi incombusti, rabbia da svendere. Il tempo vincerà rimarginando le ferite, alleviando il dolore, mettendo pezze più o meno colorate. Uscendo la città ha il suo solito sguardo indifferente. La vita adesso pare un tunnel da imboccare con le uniche luci degli occhi di chi mi vuol bene.



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