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Torneranno i prati

La disperazione, la preoccupazione e l'ansia di alcune madri di oggi ricalca o forse si avvicina a quella delle loro nonne quando, all'alba dell'ultima guerra, vedevano partire i loro ragazzi per il fronte da cui molti non sarebbero mai più tornati nè vivi nè morti. Ecco, cari padri, la risposta al perchè le mamme sono ben più importanti di noi. Quando i soldati agonizzavano sul letto di morte di un improvvisato ospedale da campo chiamavano la mamma, mica il papà. Si nasce da lei e con lei, si cresce: una come madre e l'altro come figlio in una simbiosi in cui il papà potrebbe anche chiedere di entrare ma spesso non lo fa fingendo di non accorgersi di quella porta spalancata pronta ad accoglierlo. La madre vive per il figlio nella totalità del respiro.

Siamo in guerra. Diversa ma ugualmente guerra: mettiamocelo in testa. I nostri figli stanno partendo per un viaggio del tutto simile a quello nella Russia del 1943. Hanno di fronte e come fronte l'infinita steppa gelida del nulla, dell'ignoranza servita sul vassoio dell'ipocrisia. Partono cantando su una tradotta immaginaria fatta di video, selfie e immagini di una realtà inesistente creata ad arte che li destabilizza e li rende succubi e anestetizzati per meglio sopportare un dolore indescrivibile, predisposta a spegnerli per sempre. Le lacrime che non sanno di dover versare sono il loro sangue lasciato sul campo e il loro ritorno alla vita consapevole è ora molto lontano e il tunnel senza luce. Per chi si salverà sono pronti "campi di accoglienza" dove, privati di ogni sentimento, saranno utilizzati come pedine nel grande gioco dei potenti.

Chi ha chiuso le scuole e, di conseguenza decretato la fine della rete vitale e linfatica dei nostri bambini e dei nostri ragazzi un giorno dovrà avere la sua Norimberga e restituire i pezzi di cristallo del mondo dei giovani di oggi deliberatamente frantumati e gettati nel water ma sarà ormai troppo tardi lo stesso.

Se non vogliamo fare la parte dei co-imputati abbiamo una grande occasione noi padri che siamo ancora giovani. E' l'occasione di dimostrare che possiamo ancora entrare da quella porta e combattere al loro fianco e riportarli a casa, tornando assieme mentre le madri stanche e spettinate ci aspetteranno. Possiamo finalmente dire "ci siamo anche noi", tirarci su le maniche e dimostrare di che pasta siamo fatti. E' una grande occasione anche per questi figli così abituati che tutto gli è dovuto, che la vita è così semplice ma anche avara di emozioni. Qui c'e' la possibilità per tutti di riacquistare i valori, di riaccendere i cuori che sembrano in panne, di riavviare finalmente questo mondo a cui è "saltata la cinghia".

Trasformare il veleno in medicina è la grande sfida in cui noi padri abbiamo il dovere di partecipare per meritarci finalmente un ruolo importante in questo pericoloso momento storico, per essere un giorno ricordati, per tramandare un'esistenza da cui i figli dei nostri figli potranno attingere forza e coraggio perchè questo credo sia l'unico modo per far sì che presto "tornino i prati".

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1 Comment


esseciamministrazioni
Jan 16, 2021

Corri sempre con me. E io con te. E solo per loro.

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