Un mondo senza uomini.

L'aria è fresca, libera, densa di aromi e carezze di vento lievi che stimolano la voglia di uscire e di andare a vedere. I colori della mattina, dopo la pioggia della notte, sono limpidi e il chiarore dell'alba si mischia all'orizzonte con l'ultima striscia scura della notte che scompare lentamente. L'arancia del sole e l'azzurro del cielo richiamano il cinguettio felice dei passeri che annunciano il nuovo giorno. Saltare sull'erba bagnata gli provoca una sensazione di prurito e così incomincia a grattarsi per poi riprendere la corsa alla ricerca di un compagno con cui giocare. Mentre cammina si spaventa. Cadono frutti dagli alberi e fanno rumore. Frullano le foglie. La sua corsa si arresta obbligata in cima a quel corno da dove si possiede tutta la pianura coi suoi stormi in volo e intense macchie di leopardo di animali pronti a inseguire il giorno, come se fosse il primo, come se fosse l'ultimo. E' questo l'impegno con la natura e non esiste moneta per acquistare libertà sogno e sostentamento. Tutto è capacità di sopravvivenza ma anche meraviglioso scambio, dove l'essere vivente occorre al sistema come il sistema occorre ad esso. Il tempo è giusto, scorre senza sconquasso ed assenza: un minuto succede all'altro senza gara o rincorsa. Si nasce, si vive e si muore. Finalmente. E inseguire una farfalla è il gioco dei piccoli, procurare il cibo è il lavoro dei grandi. il letto è foglia e il calore è un altro corpo accanto. Alle cadute seguono i rialzi ma non c'e' rabbia se si cade ancora, neppure dopo essere rotolati pericolosamente e in fondo. C'e pressione e il sangue ribolle. La vita è qui.

Laggiù tra le macchie di leopardo e le memorie di elefante la terra si rifà il trucco sulla pelle guarita dalle croste di un dolore lungo duecentomila anni, lo smalto è lo stesso di un tempo, il respiro ritorna perfetto. Finisce così un'altra tranquilla giornata di un mondo senza uomini.