Un giorno, arriva un sabato strano, diverso dagli altri dove tutto risuona con un'eco uguale a quella della stanza svuotata per ridipingerla. Sei li, hai i due figli nel primo week end da separato. Anche se lo hai sempre fatto comunque tu, ti trovi a dover organizzare un itinerario rivoluzionario e solitario per te con loro. La giornata è bella, sta arrivando la primavera e vai a prenderli nel primo pomeriggio. Ci si fruga negli occhi. La loro madre non ti fa neanche entrare nella casa che è la tua. Resti li nell'attesa che passino quegli scomodi istanti di cui vorresti liberarti ma che ti chiedono continuamente conto della tua scelta, della sua scelta. Due zainetti per la notte dai nonni e si va via. Si va sulle alture dove c'e' un bel parco giochi. E' li che cominci a contare i nodi che affollano il tuo pettine. Loro, i tuoi bambini, in pochi minuti già si sono abituati alla giornata con te, papà senza terra, e corrono felici alla ricerca di uno scivolo libero o di un'altalena polverosa che gli offra un volo anestetizzato. Tu cammini con le mani in tasca, guardi il telefono, le famiglie sul prato, conti i minuti, sorridi di circostanza un pò perchè non sai come si fa e un pò perchè soffri, soffri per loro che ti sembrano ancora così piccoli e gracili e ti chiedi come faranno a sopportare questa prova che neppure hanno voglia e bisogno di sostenere. Poi li chiami a te e, intorno a un tavolo da picnice a una merenda sgangherata da papà, non riesci a trattenerti e piangi davanti a loro come non avresti mai voluto e creduto di saper fare e lo fai perchè pensi che sarebbe potuto essere diverso, nè meglio nè peggio ma semplicemente diverso. Cerchi una spiegazione da dargli e lo fai persino bene ma ci vorranno anni perchè tu riesca a capire che loro per capire hanno solo bisogno di crescere e vivere soprattutto di te. Di conoscerti. Ecco li che davanti a loro si staglia interamente l' immagine del padre fino ad oggi ideale e perfetto e di qui si stacca e si mostra in tutta la sua semplice ed emozionante figura di uomo nelle lacrime e nella fragilità di poche confuse parole dette col cuore negli occhi. La sera, poi si addormentano resilienti, forti e invincibili proprio come pensavano fossi tu che adesso devi riciclarti pure mago e inventore di nuovi colorati giorni per loro ma anche per te.
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Conviene fregarlo il tempo, non dargli importanza e anche quando vorrebbe presentare il conto, dirgli di ripassare. Perciò siediti, rilassati e inizia a leggere.
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