Perché questi adolescenti sono così fondamentalmente tristi, scontenti e alienati? Perché non trovano quasi mai un interesse per vivere, un esempio da seguire che non sia il panorama effimero e consumistico? Perché sembrano avulsi da ogni realtà quotidiana? Perché non notano, non leggono, non si vestono della realtà? A me non sfuggiva nulla a casa, ogni minimo cambiamento o spostamento lo notavo e vi fantasticavo attorno... Ecco, forse è assente quella fantasia, la fantasia della trasformazione, dell'aspettativa e dell'ansia, la sorpresa del cambiamento. Il loro treno pare privo di finestrini come le tradotte merci che trasportavano i deportati. Ovunque vada poco importa ma chi c'è alla guida? Chi è il macchinista? Siamo noi genitori o siamo falliti capistazione che non riescono né a fermare il treno né a salirci. Gli è vietata la tristezza, l'infelicità... Hanno troppi stimoli, troppe cose... Troppi impegni... Troppa fretta.... C'è un inconscio collettivo malato... Se si sentono tristi andiamo in ansia... Hai tutto... Ti do tutto... E così lo spazio della giusta infelicità che ti spinge a cercare te stesso si annulla.... E sono i più infelici di sempre. Bisogna scendere noi dal treno e stare vicino a questo loro mondo di non sapere essere.... Forse per prima cosa dobbiamo imparare noi. Sarebbe comunque bello tramandargli come girare la polenta nel paiolo o come fare le conserve affinché possano a loro volta trasferire oltre alla cultura tecnologica anche quella dell'anima calda, del piacere di appartenere a una famiglia, a una comunita', a un quartiere, a un paese, a una citta', a una regione, a uno stato, a un continente, al mondo...
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Conviene fregarlo il tempo, non dargli importanza e anche quando vorrebbe presentare il conto, dirgli di ripassare. Perciò siediti, rilassati e inizia a leggere.
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