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Immagine del redattoredanilocazzulo

La salvezza è dentro.

Una delle cose peggiori che possano capitare è di non trovare risposta alcuna alle domande. Siamo cresciuti tra proverbi, modi di dire, frasi fatte come se ci fosse sempre stata una spiegazione a ogni argomento. Oggi no. Ci chiediamo quale sarà il nostro immediato futuro e non troviamo una risposta né qualcuno che ce ne dia una o che quantomeno ostenti una minima certezza su come sarà il mondo tra pochi mesi. E allora le strade sono due: quella che porta alla depressione, che segue la rabbia o quella che preferisce la più utile ricerca di risorse interne. Questa inetta società ci ha venduto per decenni un'immagine distorta, una falsa realtà dove eri figo se facevi ciò che la moda del momento decideva, dove ci sono state propinate cose su cose da acquistare per rimanere in pista e per essere "qualcuno". Il vecchio caro cogito ergo sum è stato esiliato a vantaggio dell' "appaio quindi esisto". Il pensiero, messo in pensione senza liquidazione, ha lasciato spazio all'influenza nel suo significato letterale. Ora che anche le azioni più banali vengono messe in discussione ci accorgiamo quanto conti la libertà di pensiero, avere un'idea e magari poterla esprimere in virtù di quel libro in più che ahimè non è stato comprato e letto per fare spazio all'ultimo cellulare piuttosto che al tatuaggio ti mostro/non ti mostro o all'ennesima costosa e dolorosa seduta depilatoria. La soluzione è dentro di noi. La capacità di guardare i nostri figli e di dargli la speranza concreta che ce la faremo a passare questo momento: Mario Rigoni Stern ne "Il sergente nella neve" attraversò la steppa russa a meno 40 e i suoi soldati ad ogni passo gli chiedevano se sarebbero tornati a casa (a baita) e lui mai fece mancare la sua risposta affermativa trasmettendo quel coraggio indispensabile a compiere cotanta impresa. Vap trovata la forza interna e la consapevolezza di non accettare di essere scavati sulla testa da questa goccia insistente, maniacale e perpetua, la volontà di non accettare questo scempio e di fare qualunque cosa fino all'ultimo respiro. Ora più che mai manca la profondità, mancano i discorsi sul senso della vita spodestati troppo spesso da un pomeriggio speso in un outlet inseguendo tra code, spintoni e parcheggi rubati l'ultimo saldo di fine stagione. Ma alla sua fine sembra proprio giunta questa nostra stagione e allora vorrei poter avere ancora la fiducia e la speranza che ognuno di noi possa risvegliarla quella coscienza che sicuramente è lì che ancora aspetta in qualche angolo del nostro cuore. Aspetta una chiamata, ognuna da ognuno per potersi riprendere il posto che le compete da sempre, indiscutibilmente al centro della nostra ancora viva mente.

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